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Roma, 22 mag – Per una parte, Ilaria Salis è un’innocente maestrina antifascista che si è trovata quasi casualmente a Budapest mentre venivano spaccate le teste di militanti di estrema destra (e pure di ignari turisti colpevoli di essere vestiti nel modo sbagliato). Per l’altra parte (e pure per la giustizia ungherese), la Salis è una picchiatrice antifascista e membro dell’organizzazione criminale tedesca Hammerbande che era andata a Budapest, nel febbraio del 2023, per compiere spedizioni punitive contro militanti di estrema destra. Visto che il garantismo deve prevalere sempre e comunque, potrà essere solo il tribunale di Budapest a emettere una sentenza.
Partiamo però da quello che è noto. Ilaria Salis si era recata a Budapest con dei biglietti comprati insieme ai militanti della Hammerbande. È stata arrestata a bordo di un taxi con due militanti tedeschi della stessa organizzazione criminale, la quale ha come obiettivo quello di procurare il maggior numero di danni fisici ai militanti di estrema destra, durante pianificati agguati, e ha come simbolo un martello usato per spaccare crani. Dopo l’arresto, nelle tasche della Salis, sono stati trovati un manganello retrattile e un bigliettino con il numero di telefono del legale della Hammerbande.
Il 29 gennaio scorso, il tedesco Tobias Edelhoff, membro dell’organizzazione criminale ed arrestato con la Salis, si dichiarò colpevole e patteggiò a 3 anni di reclusione. In quell’occasione, invece, la Salis rifiutò il patteggiamento a 11 anni di carcere. Per i capi di accusa di cui è imputata, ovvero lesioni con pericolo di vita e associazione a un’organizzazione politica criminale, l’italiana rischia fino a 24 anni di reclusione. Edelhoff e l’altra militante tedesca della Hammerbande hanno collaborato con le autorità ungheresi, facendo anche i nomi degli altri antifascisti coinvolti negli agguati.
Secondo una fonte ungherese di Open, «gli inquirenti sarebbero in possesso di un video a volto scoperto di Ilaria Salis a seguito di una delle aggressioni». Sono due gli agguati a cui avrebbe partecipato l’antifascista: quello avvenuto in pieno giorno in piazza Gazdagréti e quello notturno in via Bank contro László Dudog.
C’è un ulteriore elemento a favore dell’accusa ungherese. Per la fonte di Open, le riprese delle aggressioni ottenute dagli inquirenti sarebbero state analizzate da un esperto in antropometria forense, il quale ha utilizzato una tecnica digitale per misurare le strutture anatomiche del corpo umano al fine di comparare le corrispondenze e identificare le persone riprese in una foto o in un video. La fonte sostiene che la perizia avrebbe riscontrato una percentuale superiore al 90 per cento che confermerebbe la presenza di Ilaria Salis tra gli aggressori ripresi a volto coperto.
In passato, Ilaria Salis era già stata condannata quattro volte. Come ha riportato La Verità, «la Salis si era beccata anche una condanna per “resistenza aggravata” e “per aver intonato cori ostili, posizionato per strada sacchi di spazzatura e lanciato immondizia contro i poliziotti mentre gli urlava ‘mangiate’”: otto mesi di reclusione nel 2022». Peraltro, la maestra antifascista «è stata intercettata mentre conversava di manifestazioni e siti web dell’area antagonista con Roberto Cropo, l’anarchico estradato dalla Francia nel 2020 e finito nell’operazione Bialystok». Questa operazione, condotta dalle autorità italiane, aveva smantellato una cellula eversiva anarco-insurrezionalista a Roma che aveva la base nel centro sociale Bencivenga occupato di Roma.